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Ergo non sei

Michele è il nuovo eletto, accetterà il suo destino?

Ergo non sei

Drammaturgia di Luigi Di Gangi, Julio Garcia, Ugo Giacomazzi
Costumi di Fabrizio Lupo
Musiche di Gianluca Porcu
Disegno luci di Luigi Biondi
Disegno del suono di Francesco De Marco
Diretto e interpretato da Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi
Produzione Teatrialchemici e Palermo Teatro Festival

Michele, quarantenne, assistente della cattedra universitaria di storia e filosofia, uomo solitario, celibe, ateo convinto, da sempre convive con la madre; non ha grandi aspirazioni né progetti o desideri, vive la sua vita da studioso e i quotidiani rapporti col Professore e coi colleghi senza cercare cambiamenti o forti emozioni, all’interno di un mondo che lo ha divorato e completamente annichilito. Il rapporto di coppia con la madre è saldo, basato su regole antiche, il suo amore filiale nutrito da codici prescritti dal tempo, immutabili. Le colazioni quotidiane, gli spazi di privacy, “il mio e il tuo”, la condivisione dei momenti privati, il racconto dei sogni notturni, il rito irrinunciabile del pranzo domenicale: tutto si ripete secondo un copione trasmesso non dalla scrittura, ma dall’usura di una relazione abitudinaria, vulcano che sembra spento e che invece riposa soltanto.

La Madonna del Ponte, avvocata nostra, scende sulla Terra a risvegliare questo vulcano annunciando a Michele il suo destino: il conclave di Madonne, riunitosi in Cielo, lo ha scelto come nuovo Eletto, colui che dovrà diffondere il nuovo Vangelo e parlare al mondo con animo illuminato.

Questo incontro creerà in Michele rapidi e radicali mutamenti, nei rapporti con se stesso, con la madre, col mondo. E, poiché chi è unto unge a sua volta pur non volendo, anche le persone accanto a lui cambieranno malgrado tutto. Nei tre giorni in cui deve compiersi tutto, il tempo è una spada di Damocle nella vita di un uomo messo di fronte a un fatto compiuto e a cui non è richiesta alcuna scelta, ma solo l’ammissione della propria responsabilità. Accettare di essere l’eletto non è facile per nessuno -“allontana da me questo calice”- tanto meno per un uomo che non crede in Dio. Ma egli accetterà il suo destino? Sulla scena i due personaggi, la Madre e il Figlio, agiscono in uno spazio vuoto dove tutto è soltanto evocato, la casa, i mobili, gli oggetti, i panorami: un dentro e un fuori fisici e metafisici al punto da farci chiedere se stiamo assistendo alla realtà o alla messa in scena della stessa. Un mondo fatto di aria, intangibile come le domande che l’uomo pone a se stesso da millenni e che rivivono in questa nostra storia per Madre, Figlio e Madonna.



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Per maggiori info: www.nuovomontevergini.com
Panormita.it