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Mostra collettiva

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Venerdì 8 febbraio alle ore 18:30, presso il Centro d’Arte Piana dei Colli di Villa Alliata Cardillo, inaugura la mostra collettiva a cura di Emilia Valenza di: Gianfranco Pulitano (Messina), Massimo Ricciardo (Darmstadt (D), Valentina Glorioso (Palermo), Dessislava Mineva (Palermo), Angela Viola (Palermo), Katia Scarlata (Enna).

Com’è cambiato l’amore negli ultimi decenni a cavallo tra il XX e il XXI secolo? Una riflessione sul sentimento più vecchio del mondo è il tema della mostra collettiva @more.
“L’amor che move il sole e le stelle”, l’amore che disciplina il termometro sentimentale di ogni essere vivente, l’amore che consente le bizzarrie, gli eccessi, le esagerazioni, le prove di “lucida follia” di cui ogni essere sano e libero dalle catene della ragione è in grado di affrontare: è ancora questa l’idea dell’amore che la società tutta condivide?
In realtà “a mover il sole e le stelle” oggi sembrano essere altre leve: il potere, il denaro, il mercato, l’arroganza arrampicatrice, le ossessioni; e poi c’è internet, l’amore “interfacciato”. In piena epoca digitale per trovare l’amore c’è bisogno di uno schermo, di un filtro che nega il rapporto diretto, la comunicazione di sguardi, il contatto fisico. È cambiato il desiderio dell’altro e la donazione, lo scambio e il legame tra due esseri si traducono in un fatto virtuale, in una fredda connessione che nega indiscutibilmente la seduzione fisica e annichilisce i nostri sensori percettivi. Sembra quasi che ci si senta più a proprio agio nella confortante distanza che nella reale possibilità di incontrare l’altro. Talvolta l’amore a distanza si trasforma in ossessione e persino in violenza assassina.
Per questo il titolo della mostra trasforma la parola amore in un indirizzo mail: _@more, @ riconduce immediatamente a internet, alla comunicazione digitale, more in inglese significa di più, nell’intento di andare oltre una visione tradizionale e stereotipata dell’amore, che non sembra più corrispondere ai nuovi orizzonti contemporanei di questo sentimento.
Il tema è declinato nei diversi linguaggi dell’arte dai seguenti artisti invitati: Valentina Glorioso, Dessislava Mineva, Gianfranco Pulitano, Massimo Ricciardo, Katia Scarlata e Angela Viola.
Nel lavoro della fotografa Valentina Glorioso, l’amore si concentra sul concetto di relazione col proprio corpo, urgenza di confermare la propria essenza, identità e fisicità. In questa società ad alta tecnologia, si assiste ad una continua negazione del contatto tra corpi e per esteso alla negazione persino del proprio corpo; quest’immagine, misteriosa, intrigante e silenziosa, è un invito a riscoprire se stessi per riuscire a darsi agli altri, in uno scambio intenso d’amore.
Per Dessislava Mineva, l’amore è analizzato come sentimento di autoidentificazione dell’uomo. Indaga le relazioni interpersonali: l’amore quando smette di generare trasformazioni diventa l’@more, così l’opera si ammanta di un valore squisitamente concettuale, riflettendo sui concetti di rispecchiamento, di virtualità, di conflitto tra le polarità. La sua ricerca si concentra su un colore in particolare: l’indaco, cromia che porta in sé il conflitto.
L’installazione di Gianfranco Pulitano è una grande scritta con la parola @more formata da 73 bigliettini. Dove trovare l’amore e come esprimerlo? Per una ragazzina di 15 anni, come la giovane canadese Amanda Todd, suicidatasi dopo aver postato su youtube la sua dannata storia di stolking, essere sempre connessa in rete è basilare. L’artista riporta una storia come tante, dove l’amore si è trasformato in una violenza da cyber bullismo che porta alla morte.
Fotografie di famiglie e cartoline stampate testimoniano gli atteggiamenti formali dell’amore. Siamo negli anni Settanta e la ritualità comportamentale non è diversa tra la provincia siciliana e altre latitudini occidentali, come la Germania. Nel lavoro di accostamento delle immagini, Massimo Ricciardo, nasconde i volti delle coppie con pezzetti di oggetti scartati e corrosi dall’azione levigante del mare. Anche gli oggetti mutano e rivelano il passare del tempo. A distanza di quarant’anni una donna, la madre dell’artista, in un contesto paesaggistico similare a quello delle fotografie da ragazza, posa davanti a una videocamera nello stesso atteggiamento, ma è sola e l’amore che la legava al suo compagno non è più lo stesso. Tutto muta dentro e fuori di sé.
Una storia d’amore scandita da sms codificati da una data e da un orario: un filo rosso che ha ricucito un cuore in saldo, tratto in salvo appena in tempo. L’opera di Angela viola è un racconto autobiografico, dove al messaggio, non più verbale ma breve e veloce come quello di un sms, è affidata l’ansia e il tormento della relazione.
I disegni di Katia Scarlata presentano figure femminili alterate, deformate, smembrate su sfondi riccamente decorati. I corpi, morbidi e sgraziati, immersi in un tripudio di forme e colori, raccontano storie di violenza, lacerazione, depravazione, negazione. Rare le figure maschili che assumono ruoli e atteggiamenti fortemente contraddittori. La sua installazione presenta un immaginario romantico e visionario dominato da una serie di “bambine” in paesaggi surreali o sullo sfondo di scenari lucidamente deliranti (come quelli immaginati da Bosh o Bruegel), accompagnato da una toilette vezzosa e da un video.

Direzione/Illuminazione e allestimento multimediale: Attilio Lodetti Alliata
Direzione artistica: Giulia Ingarao
Curatela: Emilia Valenza
Comunicazione/Responsabile dell’allestimento: Virginia Glorioso
Segreteria organizzativa: Aurelio Ferrante
Immagine e supervisione logistica: Carla Lodetti Alliata

La mostra sarà visitabile fino all’8 marzo 2013.



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Per maggiori info: www.villaalliatacardillo.it
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