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“Appalermo, Appalermo!” in prima assoluta da Modusvivendi

Il sorprendente romanzo d’esordio di Carlo Loforti

“Appalermo, Appalermo!” in prima assoluta da Modusvivendi

Amélie Poulain con la licenza media, Alvy Singer di borgata,
Montalbano senza pudore, Oronzo Canà col dottorato in filosofia.

In prima assoluta, un giorno dopo l’uscita ufficiale, questo venerdì da Modusvivendi si presenta Appalermo, appalermo!, di Carlo Loforti (Baldini e Castoldi edizioni).
Con l’autore dialogano Adriana Falsone e Gianfranco Marrone.

È Mimmo Calò, giornalista sportivo di una tv locale siciliana, il protagonista di Appalermo, appalermo!, sorprendente romanzo d’esordio di Carlo Loforti, classe ’87, finalista alla XXVIII edizione del premio Italo Calvino.
Mimmo ha 40 anni, pochi vizi e ventimila euro sul conto dopo vent’anni di lavoro. Non è calvo, ma ci sta lavorando. Ha una donna, Barbara, ma è da poco che se n’è accorto davvero. E vive nella casa che gli ha lasciato il nonno, circondato dalla carta da parati. Un ottimo lascito, se non fosse che oggi come oggi “Niente ti ricorda più della carta da parati in salotto che nella vita non hai concluso una benamata minchia”.
Calò è cinico e svogliato, cafone e filosofo. Rompe il ghiaccio con il politically scorrect per poi sedurti con i principi saldi: la famiglia, l’amicizia, la fedeltà.
È l’eroe moderno che lascia agli altri il sogno di un chiringuito in Costa Rica mentre aspira all’apertura di una rosticceria nella sua città, che al calcetto con gli amici preferisce le aste giudiziarie. Ed è proprio da questo anomalo hobby, e da una paternità inattesa, che iniziano le sue disavventure: aprire un locale dove servirà soltanto sfincione – una squisita pizza siciliana, molto lievitata, con pomodoro e cipolle. Da qui un susseguirsi di problemi: mutui, fidi, permessi, burocrazia infinita, pizzo, concorrenza sleale, sfiga. Tanta sfiga. Una rapina in banca, una pistola puntata alla tempia, l’offerta di partecipare a un “rapimento social” per saldare i debiti.
Loforti ci trascina in un susseguirsi di vicende bizzarre, tra imperscrutabilità kafkiane della burocrazia e voglia di rivalsa che si gustano con un ritmo cinematografico e atmosfere rude pop. La sua ironia è fortemente calata nel suo spazio e nel suo tempo, nei temi carichi di nevrosi della società di oggi: l’ossessione per i social, la fissa per la salute e il biologico, la perdita di valore del denaro, le solitudini di coppia.
C’è la Palermo dei vicoli e delle borgate, polverosa e popolare, che ci arriva da una scrittura asciutta e quotidiana, da un palermitano sincero che ben si coniuga con i personaggi che racconta.

Al termine dell’incontro, verranno offerti vini Tasca D’Almerita.



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