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Camgirl: Al MEC Museum il solo show di Max Ferrigno

Tredici opere in mostra

Camgirl: Al MEC Museum il solo show di Max Ferrigno

Da giovedì 1 luglio all’1 novembre 2021, al MEC Museum, Camgirl: il solo show di Max Ferrigno.
A inaugurare il ciclo di mostre pittoriche del museo, l’artista pop noto per le sue opere in stile manga, che per la prima volta s’ispira a modelle reali e analizza un ‘particolare’ fenomeno digitale e sociale.

La mostra

Riferimenti alla realtà, rimandi all’estetica della Secessione viennese (Klimt e Von Stuck su
tutti) e personaggi reali raffigurati in chiave manga. Dopo la prima esposizione fotografica dedicata a Steve Jobs, a inaugurare il ciclo di mostre pittoriche al MEC museum di Palermo (corso Vittorio Emanuele, 452) è ‘CamGirl’ di Max Ferrigno; l’artista newpop nato a Casale
Monferrato noto per fare della commistione tra cinema, iconografie nipponiche ed estetica
manga la cifra stilistica delle sue opere. Una collezione di tredici opere, curate da Miliza
Rodic che saranno esposte dal 1° luglio all’1 novembre 2021 e dove l’artista piemontese
ma palermitano d’adozione, per la prima volta, s’ispira a modelle reali rispettandone le
proporzioni anatomiche senza però abbandonare il suo inconfondibile stile. “Finora e durante
questi primi dieci anni di carriera la morfologia dei miei personaggi è sempre stata legata ai
canoni Anime e manga, quindi anatomicamente per certi versi sproporzionati. In questo caso,
per la prima volta sperimento la proporzione reale. Solo gli occhi rimangono un po’ legati al
mio mondo, perché oltre alle cromature si può, secondo me, rivedere la mia estetica negli
occhi.” spiega.

A popolare le tredici opere di CamGirl, in un’esplosione e tripudio di colori accesi, intensi e dissonanti, sono perlopiù ragazze disinibite intente a mostrare un erotismo sfacciato, muse ispiratrici 2.0: Cosplayer super sexy, ammiccanti Pin-up e provocanti Suicide Girls dai grandi occhi lucidi, raffigurate tutte in costume e per la maggior parte con tatuaggi in bella vista sul corpo e che – trovandosi all’interno di uno spazio che omaggia il mondo Apple – fanno riferimento all’iconografia del brand della mela (morsicata) più famosa al mondo.

CamGirl è dunque l’analisi di un fenomeno digitale e sociale che negli ultimi anni è dilagato
sempre di più, creando giri d’affari enormi e coinvolgendo persino star del calibro di Bella
Thorne, che non hanno nulla a che fare con il mondo dell’hard; fenomeno che è diventato oggetto di studio e d’indagine da parte dell’artista come racconta lui stesso: “Già da tempo seguivo dei profili social di cosplayer e alt model per la realizzazione dei miei lavori ma anche per capirne alcuni concept perché l’immagine femminile nel mio lavoro ha sempre avuto una presenza importante; e le mie icone femminili quasi sempre sono state influenzate dalle alt model, dalle cosplayer. E seguendo l’evoluzione di queste performer, negli ultimi anni ci si è scontrati con piattaforme che vendevano alcuni servizi d’immagine e comunicazione. Quindi – continua Ferrigno – seguendo il percorso performativo-fotografico di alcune cosplayer ho iniziato a seguire quelle che più rispecchiavano la mia cerchia estetica, quasi da musa ispiratrice per i miei lavori; e facendo poi delle analisi legate all’iconizzazione pop del tema dell’industria pornografica, questa è diventata una sotto cartella che analizzata con Giuseppe Forello, abbiamo capito che poteva essere perfettamente inserita in un concept brandizzato Apple”.

Un universo ‘pop’ trasognato e fantasioso che miscela il mondo del cinema a quello manga, la
cultura europea a quella nipponica, l’erotismo all’ingenuità dei vecchi cartoni animati
giapponesi e dove dodici sexy ragazze nerd-alternative dai corpi marchiati da tatuaggi,
catturano con i loro grandi occhi lo spettatore. Un mix tra realtà e fantasia dunque, essendo
tutte le opere ispirate da ragazze reali e dal seguito di fans molto nutrito (dal milione di
seguaci a salire) che l’artista ha analizzato, studiato e seguito da vicino; facendo riferimento
anche agli artisti della Secessione Viennese. Così, ispirandosi alla celebre Nuda Veritas di
Gustav Klimt, Ferrigno ripropone motivi floreali e geometrie essenziali nella sua Pink Candy
(una delle due CamGirl italiane presenti e scelte per questa collezione e anche l’unica con cui
ha fatto un lavoro di shooting ai fini della realizzazione dell’opera). Mentre, sempre sulla scia dalla Secessione, l’iconografia della sua Sia Siberia è un chiaro omaggio a “Il peccato” di Franz Von Stuck.

La mostra è stata fortemente voluta e ideata da Giuseppe Forello, architetto e imprenditore
palermitano, nonché founder di MEC, che commenta così il primo evento culturale post
pandemia all’interno della struttura: “Abbiamo lavorato tanto a questa mostra, che finalmente
oggi vede la luce. Sono davvero felice di ospitare e di investire nell’arte di Max che oltre a
essere un grande amico è per me un grande artista. In passato abbiamo collaborato diverse
volte ma questa qui al MEC è la prima in assoluto e non potrei essere più orgoglioso di
inaugurare questo ciclo di mostre pittoriche con lui”.

Info e ingresso

La mostra si terrà dall’1 luglio all’1 novembre 2021 e si potrà visitare gratuitamente solo su prenotazione dal lunedì al sabato (19.30-22.00).

Green pass obbligatorio.



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