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Dancer in the Dark

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Il Genio non può stare in gabbia. Nemmeno se la gabbia l’ha costruita lui.
Così Lars Von Trier nel suo Dancer in The Dark viola consapevolmente tutte le regole che lui stesso aveva stabilito e fatto firmare ad un considerevole numero di registi europei: il così detto voto di castità del Dogma95.

Si deve usare una sola macchina da presa e a spalla? Beh, lui arriva ad usarne fino a 100 contemporaneamente.
E’ possibile usare solo la luce naturale? Ecco che la scene cantate s’illuminano come se si fosse a Broadway!
Non si può uccidere nè usare armi? Ci saranno morti per arma da fuoco.
Niente colonna sonora e niente film di genere? Ecco, lui gira un musical!

Un musical affidato alla voce straordianria di Bjork e alla sua magnifica interpretazione, affiancata da una fantastica Catherine Deneuve.

Insomma Il Genio rinnega se stesso e rinasce, come l’araba fenice, dalle sue stesse ceneri.
Un film imperdibile, duro e commovente. Come tutti i film di Von Trier: un passo avanti.



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