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Fanculopensiero – Stanza 510

Liberamente ispirato al romanzo (Fanculopensiero) di Maksim Cristan

Fanculopensiero – Stanza 510

con Ippolito Chiarello
Drammaturgia: Michele Santeramo
Regia Simon:a Gonella
Spazio e luci: Vincent Longuemare

Lo spettacolo nasce dal forte desiderio di parlare del disagio cui spesso ci si trova a far fronte quando ci sembra di aver perso la capacità di distinguere ciò che realmente si desidera essere e si vuole fare da ciò che, in qualche modo, si fa perché imposto o perché conseguenza di una incapacità di dire i no giusti al momento giusto. E’ una sorta di imbuto in cui ci si sveglia una mattina e ci si accorge che “no” così come è la nostra vita non ci corrisponde più. Le strategie per uscire dall’imbuto sono molte, non ultima lo stringere i denti ed andare avanti aspettando che passi. Ma cosa accade se questo “pensiero” non basta più, se si vuole agire, se si vuole pronunciare il fatidico “fanculo” e provare a “mettere in scena” un’altra vita possibile? Nel libro da cui lo spettacolo trae ispirazione, edito da Feltrinelli, il ricco imprenditore croato Maksim Cristan (anche autore del libro stesso) prende un giorno una decisione senza possibilità di ritorno: molla tutto – casa, lavoro, macchina, amici, soldi – e parte in direzione Milano per condurre una vita da “scrittore” di strada. Quella sua scelta ci lascia un romanzo che a me – ma in particolare al protagonista dello spettacolo, l’attore Ippolito Chiarello – ha fatto nascere il desiderio di provare ad usare in teatro le sue intuizioni ed a tradurre in linguaggio drammatico parte dell’esperienza vissuta da Cristan. Fondamentale la collaborazione con il drammaturgo Michele Santeramo che ha dato alla regia e all’attore un forte punto di vista da cui partire: ha collocato cioè l’azione all’interno della camera d’albergo che è stato il primo “rifugio” di Cristan. La regia e l’interpretazione si sono mosse per vivere questa “stanza 510” come un’invenzione del protagonista che agisce in uno spazio delimitato, costruendo via via sia l’azione che lo spazio per capire, se mai un giorno deciderà anche lui di pronunciare il fatidico “fanculo”, quali sono le emozioni, i dolori, le inevitabili ironie cui andrà incontro. Uno spettacolo che ha il sapore di un esperimento sull’anima, con tratti di commedia e con punte di amarezza e sofferenza e che può esistere grazie alla grande prova di attore di Ippolito Chiarello. (Simona Gonella).

Info e ticket: www.tickettando.it



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Per maggiori info: www.liberiteatri.it
Panormita.it