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Gli angeli sigillati di Fedor Dostoevskij

Antonina Nocera

Gli angeli sigillati di Fedor Dostoevskij

Intervengono
CLAUDIA OLIVIERI, docente di lingua e letteratura Russa, Università di Catania
SALVATORE LO BUE, docente di Poetica e Retorica, Università di Palermo
GLAUCO TIENGO, dir. Centro Studi sul Pensiero Religioso Cristiano e dell’Osservatorio Permanente sul Dialogo Interreligioso e ricercatore presso Università Roma Tre

Il grido di Ivan Karamazov: “Posto che tutti si debba soffrire, per comperare a prezzo di sofferenza la futura armonia, che c’entrano i bambini?”, oggi più che mai, è rivelazione dello strazio che lacera il mondo, viola la dignità umana, oscura la luce del Bene. Che cosa è Dio se i bambini sono violati? Dove è Dio se la loro luce è rivestita di tenebre? Chi è Dio se la loro anima è lacerata?

Da Povera Gente a I Fratelli Karamazov, attraverso Netocka Nezvanova, Umiliati e offesi, Delitto e castigo, I demonî, L’adolescente, appare evidente la dimensione teologica della questione, che costituisce, se non ‘il problema’, un nodo essenziale e oscuro della poetica dostoevskiana: angeli sigillati abitano le sue pagine, angeli cui è stato impedito il volo, cui è stata negata l’infanzia, la gioia dei primi anni, lo sguardo di meraviglia di fronte alla vita; angeli che vivono in tuguri fatiscenti, agli angoli delle strade, in famiglie disperate e sottoposti a soprusi e vessazioni di ogni tipo: una processione di vite bambine spezzate nel loro principio e profanate nella loro innocenza.

Attraverso le vite di Varen’ka, Nelly, Netocka, Matrèsa, Arkadij, fino alla tragica storia di Il’jusa Snegirèv, questo saggio conduce una scrupolosa analisi sui bambini e la sofferenza nell’opera di F.M. Dostoevskij muovendosi lungo tre direttrici: dove l’Autore enuncia il problema della sofferenza dei bambini; come e con quali soluzioni narrative salda il tema al robusto impianto ideologico dei romanzi; verso quali orizzonti filosofici, poetici e religiosi proietta la sofferenza ‘inutile’ degli innocenti.

“Ho preso i bambini soli perché la cosa riuscisse più evidente. Dell’altre lacrime umane di cui è imbevuta la terra intera, dalla scorza sino al centro, ormai non dirò più nulla: ho volontariamente ristretto il mio tema”.

Antonella Nocera è borsista MAE all’Università di Stato di San Pietroburgo, dove continua la sua ricerca presso il Dipartimento di Storia della letteratura russa.



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