Dopo il restauro delle carceri del Santo Uffizio a Palermo, grazie ai nomi e alle date che i prigionieri hanno lasciato sulle pareti delle celle, è stato possibile ricostruire l’identità dei reclusi, la loro storia giudiziaria, le imputazioni, le pene. Con questi dati le celle si sono animate dei loro occupanti, a cui è stato possibile dare una voce, anzi, proprio quella voce graffita sul muro, spesso denuncia dell’ingiustizia, invocazione di aiuto, urlo di dolore, amara ironia. Giovanna Fiume e Stefania Pastore presentano il libro di Maria Sofia Messana Il Santo Ufficio dell’Inquisizione (Istituto Poligrafico Europeo).
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