di Massimo Vincenzi
regia Carlo Emilio Lerici
con Francesca Bianco
voce fuori campo Stefano Molinari
musiche Francesco Verdinelli
Teatro Belli – Roma
Ipazia, figura scomoda assassinata nel 415 d.c., macchia indelebile della cristianità. Donna oltreché bella capace di attirare su di sé le ire delle figure più importanti della chiesa, un mistero che si svela…
“Immaginate un tempo quando il più importante matematico vivente era una donna, peraltro una donna molto attraente, e una donna che era contemporaneamente il migliore astronomo del mondo di allora. Immaginate che abbia condotto la sua vita ed il suo lavoro professionale in una città così turbolenta e problematica come sono oggi Beirut o Baghdad. Immaginate che questa donna matematica abbia raggiunto la fama non solo nel suo campo specialistico, ma anche come filosofo e pensatore religioso, capace di attrarre un largo numero di seguaci. Immaginate lei come una vergine martire ma non per la sua cristianità, ma da parte dei Cristiani perché non era una di loro. E immaginate che il colpevole della sua morte sia stato accolto tra i santi più onorati e significativi della cristianità. Non avremmo dovuto sentirne parlare? Non sarebbe dovuto succedere che in ogni libreria fosse stato possibile comprare una sua biografia? La sua vita non avrebbe dovuto essere nota a tutti? Potreste pensare che avrebbe dovuto essere così, ma così non è stato. Tutto questo è la storia di Ipazia, assassinata ad Alessandria d’Egitto nel marzo del 415 d.c., per mano cristiana.
Tag: