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In my end is my beginning

Paola Cagna è una "martire" della società

In my end is my beginning

Testo di Paolo Civati
Regia di Paolo Civati e Paola Michelini
Con Paola Michelini
Produzione Collettivo Attori Riuniti

“In my end is my beginning” è l’incipit di una poesia di TS Eliot. “In my end is my beginning” è l’inizio della nostra vicenda teatrale. “Nella mia fine c’è il mio inizio” è il punto di vista obbligatorio a cui si deve ispirare l’eroina della nostra vicenda: Cagna Paola.

Una giovane artista, oggi, alla fine delle proprie prospettive di realizzazione umana, si affaccia, tragicomicamente, verso l’ineluttabile realtà a cui appartiene: un mondo fatto di prove, sempre più approfondite, per un mondo che non la vuole; di promesse di “successi mitici” disattesi; un mondo di domande esistenziali assai più ingiuste rispetto alla quantità di preoccupazioni concesse ad un qualsiasi “pupazzo occidentale”.

Cagna Paola ci fà ridere perché ha perso la rotta, o non l’ha mai avuta, poiché la mappa che le era stata assegnata da genitori, insegnanti, capi ufficio, registi…era volontariamente sbagliata; una mappa per uscire dal percorso che porta all’ Isola del Tesoro. Evidentemente il Tesoro deve rimanere di pochi. Ora lo sappiamo. La nostra storia non è una denuncia diretta alle categorie responsabili dello scollamento “ggiovanile” tra desiderio di esistere e la sua irrealizzazione in-fatto, ma è un percorso nella perdita di un’identità idealizzata e mai ottenuta. E’ quella sensazione di malinconia per qualcosa che non si è mai avuto. E’ come New York che ci manca senza esserci mai stati…

Così, con quel nome sbagliato, Cagna Paola è decisamente l’ultima ad essere ascoltata e la prima a non essere voluta. Ma viene da Noi a ricordarci quanto sia importante e necessaria e pura la sua Passione, e che l’eventuale perdita, sarebbe una catastrofe per la democrazia in cui dovremmo vivere.

Paola Cagna si sente cagna perché non fa quello che vorrebbe fare, che dovrebbe fare. Paola Cagna non vuole più essere lei; non vuole più essere cagna: Paola Cagna non vuole essere Paola Cagna. E questo è il più contemporaneo e impalpabile dei dolori moderni: una ragazza, la sua passione, le sue possibilità, le ore ad aspettare, le ore a fare, l’illusione della pienezza, le ore a guardare il soffitto…

Paola Cagna è una “martire” della società che l’ha partorita difettosa.



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