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Invasioni digitali al Piano della Cattedrale

Visita alla Cattedrale, al Museo Diocesano e a Palazzo Asmundo

Invasioni digitali al Piano della Cattedrale

Domenica 8 maggio 2016, Instagramers Palermo, in collaborazione con la Cooperativa Turistica Terradamare e il Museo Diocesano di Palermo (MuDiPa), organizza un’altra bellissima invasione digitale al Piano della Cattedrale di Palermo.
Per tutta la mattina, a partire dalle ore 10:00, fino alle ore 13:30, con un biglietto unico, a prezzo molto ridotto per l’occasione, sarà possibile visitare alcune meraviglie che si ergono attorno al Piano della Cattedrale: la Cattedrale stessa (tesoro, cripta e tombe), il Museo Diocesano e Palazzo Asmundo.

Il leitmotiv delle invasioni di quest’anno sono People + Culture + Sharing = Happiness ossia felicità intesa come condivisione della cultura.

Gli hashtag ufficiali da utilizzare per la condivisione sui social dei vostri scatti saranno: #invasionidigitali #siciliainvasa2016 #pianoinvaso #igerspalermo.

Il biglietto avrà un costo di 5,00 € e si potrà acquistare in loco, il giorno dell’evento, presso le biglietterie dei tre punti di interesse.
Per alcune strutture, come il Museo Diocesano, l’ultimo ingresso è alle ore 13:00.

Per ulteriori info, potete scriverci a: instagramerspalermo@gmail.com.

Cenni storici

Cattedrale
Dedicata alla Santa Vergine Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico della città di Palermo e sede vescovile dell’omonima Arcidiocesi metropolitana.
La Cattedrale fu edificata nel 1185 nella più antica area sacra della città, per volere dell’arcivescovo Gualtiero Offamilio, ministro di Guglielmo II. In quei luoghi già i fenici, i ‘ romani, i bizantini e gli arabi avevano elevato i loro luoghi di culto.
Nel tempo, l’edificio ha subito diversi rimaneggiamenti stilistici – quelli più vistosi in epoca Barocca – e restauri, fino ad arrivare alla forma attuale.
Al suo interno custodisce le tombe imperiali e reali di Costanza D’Aragona, Enrico VI, Federico II, Ruggero II e Costanza D’Altavilla, nonché l’urna d’argento contenente le reliquie della Santa patrona di Palermo, Santa Rosalia, nella Cappella a lei dedicata, situata a destra del presbiterio.
Dal 3 luglio 2015, la Cattedrale fa parte del Patrimonio dell’umanità (Unesco), nell’ambito dell’”Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale”.

Museo Diocesano di Palermo
Il Museo Diocesano di Palermo venne aperto nel 1927 all’interno del palazzo Arcivescovile dal cardinale arcivescovo Alessandro Lualdi.
Al principio la collezione era costituita dalle sculture che decoravano l’antica Cattedrale, da rilievi rinascimentali e barocchi, ma anche altri reperti provenienti da chiese distrutte o non più utilizzate. A ciò si aggiunse un rilevante prestito di opere provenienti dal Museo Nazionale di Palermo (oggi Galleria Regionale di Palazzo Abatellis) che annoverava pitture di Giorgio Vasari, Marco Pino e Antonio Alberti detto il Barbalonga, quest’ultima ancora oggi presente in mostra.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel 1952, il museo fu rinnovato da monsignor Filippo Pottino su incarico del cardinale arcivescovo Ernesto Ruffini (1945-1967), con l’obiettivo di esporre anche i beni sopravvissuti ai bombardamenti.
Tra il 1970 e il 1972, dopo lo scandalo suscitato dal furto della Natività del Caravaggio dall’Oratorio di San Lorenzo (1969), vennero trasportate ai depositi del Museo numerose opere provenienti da chiese chiuse al culto e nel 1972, per il sostegno del cardinale arcivescovo Salvatore Pappalardo (1970-1996), il museo fu nuovamente inaugurato con un terzo allestimento.
Negli anni ’80 fu chiuso in attesa del nuovo ordinamento e fu riaperto definitivamente l’1 giugno 2004.

Palazzo Asmundo
La costruzione di questo edificio risale al 1615. Iniziato da un certo dottor Baliano, sull’antica “strada del Cassaro” (odierno Corso Vittorio Emanuele, l’asse più importante della città da cui si dipartivano in età fenicia e romana delle strette stradine allineate ortogonalmente) dopo l’allargamento e la rettifica, avvenuti nel 1567 per volontà del viceré Garçia de Toledo. Solo nel 1767 l’edificio fu ultimato: “Compita videsi la nobile casa del cassaro di Giuseppe Asmundo” così dice il marchese di Villabianca ne “Il Palermo d’oggigiorno”.
L’edificio prima che ne venisse in possesso il Presidente di Giustizia Giuseppe Asmundo, marchese di Sessa, era appartenuto alla famiglia Joppolo dei principi di S. Elia. Il palazzo (ce lo ricorda la lapide ivi collocata) accolse Maria Cristina, figlia di Ferdinando III di Sicilia, profuga da Napoli assieme al marito Carlo, duca di Genova e di Sardegna.
Un’altra lapide, posta sulla facciata principale testimonia che in questo palazzo, nacquero, rispettivamente nel 1821 e nel 1822, Anna Turrisi Colonna e la sorella Giuseppina, pittrice e critica d’arte la prima, poetessa la seconda.



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