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La dignità dell’anima: Emozioni e storie di vita quotidiana

Mostra fotografica di Alessandro Licata

La dignità dell’anima: Emozioni e storie di vita quotidiana

Venerdì 8 febbraio alle ore 17:30, presso Palazzo Jung, inaugura la mostra fotografica di Alessandro Licata La dignità dell’anima: Emozioni e storie di vita quotidiana.
La mostra resterà aperta fino al 23 febbraio 2013.

«Viaggiando si può realizzare che le differenze sono andate scomparendo: tutte le città tendono ad assomigliarsi l’una all’altra, i posti hanno mutato le loro forme e ordinamenti. Una polvere senza forma ha potuto invadere i continenti». [Italo Calvino]

Un viaggio attraverso le aride terre del Messico oltrepassando i posti di blocco militarizzati dello stato del Chiapas e le foreste verdeggianti del Guatemala; vibrazioni intime della presenza ancora viva delle antiche civiltà Maya che parlano attraverso alberi secolari e siti archeologici soffocati dalla giungla L’autore non propone immagini strettamente riconducibili a luoghi specifici, ma rappresentazioni vivide di emozioni che continuamente prendono forma sul volto curioso di un bambino, piccolo uomo già pronto a lasciare la mano di sua madre per avventurarsi coraggiosamente nel mondo; attraverso le rughe di una donna anziana nel cui sguardo è ancora possibile cogliere il riflesso vitale di una giovinezza mai vissuta; nei passi mesti di una donna che porta sulle spalle il peso del proprio figlio e il frutto di un’intera giornata di lavoro nei campie; nello sguardo fiero di un adolescente sul cui volto si accende una lacrima che pare non appartenergli. La mostra viene presentata come un percorso attraverso il quale una guida maya descrive dettagliatamente scatti che racchiudono brevi stralci di quotidianità e un ampio spettro di emozioni, attimi rubati che narrano la storia di un popolo e della sua povertà, la storia di persone che hanno fatto della loro dignità il life motive di un vissuto tramandato a livello transgenerazionale.
(Simona Tedesco, Psicologo – Psicoterapeuta)

Le foto di Alessandro Licata descrivono bene quella parte di mondo della marginalità esistenziale,con una profonda integrità estetica , che dona particolare grazia e fascino ai soggetti rappresentati. Un esercizio di reportage sulla condizione umana che fa riferimento a quel neorealismo esistenziale che ha attraversato ed attraversa fino ai nostri giorni le culture di tutti i popoli della terra.
Licata lo concentra nel suo viaggio attraverso il sud del Messico in maniera intangibile e coinvolgente sapendo catturare con il suo obbiettivo e adottando la scelta stilistica del bianco e nero una realtà lontana, dove la fierezza e la preoccupazione degli sguardi si rivelano nella dignità e nel portamento di povertà degli uomini e delle donne , di quei luoghi.
Licata si concentra sui loro ritratti riuscendo a mantenere la loro fotogenia cioè quella stessa presenza e carica emotiva che rappresenta le loro figure dal vero.
Uno stato d’animo apparentemente lontano da noi, di un bellezza che ha la forma della rassegnazione, che sa raccontare di una umanità smarrita con quella luce che solo i bravi fotografi catturano , rivelando la sofferenza e il sorriso amaro di quegli uomini in perenne attesa di un futuro diverso che non arriverà mai!
Una mostra che va oltre la sola rappresentazione estetica del medium fotografico poichè essa è un ottimo promemoria per non dimenticare uno spaccato della nostra quotidianità che la gran parte di noi non è abituata a considerare, ma che meriterebbe una maggiore attenzione e riflessione su quei quattro quinti della popolazione mondiale che da secoli garantisce col proprio sacrificio l’attuale e abituale condizione di benessere del restante venti per cento rappresentato dalla società occidentale.
(Giacomo Miracola)



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