Qual è il confine tra comicità ed umorismo? Secondo Pirandello il comico è “l’avvertimento del contrario”: il riconoscere che tra la sostanza della vita e le sue forme vi è dissonanza, contrasto, come nell’esempio della vecchia signora goffamente imbellettata e vestita di abiti giovanili che suscita il riso in chi la guarda, perché vede il suo modo di vestire “contrario” a quello tipico di una vecchia signora. Se poi invece ci si ferma a riflettere sui motivi di quel modo di vestirsi, forse perché la vecchia signora tenta di tenere vicino un marito più giovane, allora non riderà più, avvertendo il “sentimento del contrario” e forse potrà solo sorriderne, provando compassione per lei. Nell’umorismo vi è non la risata immediata e talvolta volgare scaturita da particolari situazioni buffe o ridicole, ma più il sentimento della fragilità umana, il compatimento delle debolezze che possono essere di tutti.
Tanti i racconti che appartengono ad entrambe le categorie, ne suggeriamo solo alcuni invitando i partecipanti a sceglierne altri di cui parlare insieme:
Tre uomini in barca, di Jerome K. Jerome
La patente (novella e dramma), L’uomo, la bestia e la virtù, Liolà, La giara, di L. Pirandello
Come diventare buoni e Un ragazzo, di Nick Hornby
La regina della casa, di S. Kinsella
La mia famiglia e altri animali, di G. Durrell
Una donna e altri animali, di Brunella Gasperini
Testi di Achille Campanile, Giobbe Covatta, Luciano De Crescenzo, ecc, ecc.
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