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Magazzino 18. Simone Cristicchi al Biondo

Una pagina della storia italiana raccontata e cantata da Cristicchi

Magazzino 18. Simone Cristicchi al Biondo

Al Porto Vecchio di Trieste c’è un “luogo della memoria” particolarmente toccante: il Magazzino 18. Racconta di una pagina dolorosa della storia d’Italia. Con il trattato di pace del 1947 l’Italia perse vasti territori dell’Istria e della fascia costiera e circa 300 mila persone scelsero – davanti a una situazione intricata e irta di lacerazioni – di lasciare le loro terre natali destinate a non essere più italiane.

Non è difficile immaginare quale fosse il loro stato d’animo, con quale sofferenza intere famiglie impacchettarono tutte le loro cose e si lasciarono alle spalle le loro città, le case, le radici. Simone Cristicchi è rimasto colpito da questa pagina della nostra storia e ha deciso di ripercorrerla in una canzone e in un testo teatrale che prende il titolo proprio da quel luogo di Trieste, dove gli esuli – prossimi ad affrontare lunghi periodi in campi profughi o viaggi verso lontane mete nel mondo – lasciavano le loro proprietà, in attesa in futuro di rientrarne in possesso.

Il pubblico seguirà l’avventura di uno sprovveduto archivista romano, inviato dal Ministero a redigere un inventario; incontrerà lo “spirito delle masserizie” e gli altri protagonisti nascosti tra gli oggetti: una sedia, accatastata assieme a molte altre, porta un nome, una sigla, un numero e la scritta “Servizio Esodo”. E poi, materassi, letti, stoviglie, fotografie, poveri giocattoli, altri oggetti, altri numeri, altri nomi, altre storie.

In una messinscena che intreccia con sensibilità documentazione storica e poesia, Cristicchi parte da quegli oggetti privati e semplici, per riportare alla luce le vite che vi si nascondono: le narra schiettamente e passa dall’una all’altra cambiando registri vocali, costumi, atmosfere musicali, in una koiné di linguaggi che trasfigura il reportage storico in una forma nuova, una specie di “Musical-Civile”.

Video proiezioni, musica, canzoni e fotografie accompagneranno il pubblico verso un finale che è un tributo alle vittime, e nello stesso tempo la visione di un futuro possibile. Fondamentale l’apporto della FVG Mitteleuropa Orchestra, che esegue dal vivo la partitura dello spettacolo, nel quale si alternano musiche e canzoni inedite dello stesso Cristicchi.

Di Simone Cristicchi e Jan Bernas, scene Paolo Giovanazzi, luci Nino Napoletano, musiche e canzoni inedite Simone Cristicchi, musiche di scena e arrangiamenti Valter Sivilotti, regia Antonio Calenda, con Simone Cristicchi e la FVG Mitteleuropa Orchestra diretta da Valter Sivilotti, produzione Promo Music / Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.

I biglietti sono acquistabili on line sul circuito tickettando.



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Per maggiori info: www.teatrobiondo.it
Panormita.it