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Psicosi delle 4.48

Regia di Walter Pagliaro

Psicosi delle 4.48

di Sarah Kane
regia Walter Pagliaro
con Micaela Esdra
costumi Luigi Perego
scene Luigi Perego

Compagnia Gianni Santuccio – Roma

Psicosi è una radiografia del progressivo distacco dal mondo. La fine di un amore nutrito da Sarah Kane per una sua coetanea e il conseguente abbandono sono le cause della confessione struggente di Psicosi 4.48.

Sara Kane, sin dalla sua prima opera “Dannati” (1995), è stata al centro di aspre polemiche per la sua scrittura estrema e visionaria, un’autrice che si rifà ad una tradizione precisa di orrori scenici, con un filo rosso sangue che dagli elisabettiani (ma ancor di più dai giacobini) corre nella cultura scenica anglosassone fino ad Edward Bond, come ha scritto nel suo saggio Luca Scarlini. Psicosi delle 4.48, ultimo testo pubblicato postumo, conferma l’utilizzo della lingua come strumento di assoluta precisione e allo stesso tempo mezzo di sopraffazione e veicolo di ambiguità. Un lavoro radicale, forse il più radicale tra i lavori della Kane, che sin dal titolo (le 4.48, infatti, sarebbe l’ora statisticamente più indicata per un suicidio), non fa altro che mettere fuori gioco il concetto d’identità stesso. È una continua alternanza tra affermazione e rifiuto di sé, Psicosi 4.48 fa la radiografia di un progressivo distacco dal mondo, scandito da affermazioni e da cataloghi di psicofarmaci. Pagliaro lavora sull’interrogativo posto dalla Kane: quali possono essere le cause del suicidio? Soprattutto la mancanza di amore, la solitudine insopportabile, soprattutto dopo l’abbandono di colui che si ama. La fine di un amore nutrito da Sarah Kane per una sua coetanea e il conseguente abbandono sono le cause della confessione struggente di Psicosi 4.48.



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