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Scavare una buca

Un libro di Cristiano Cavina

Scavare una buca

Il loro lavoro è scavare nella polvere.
Perforano, disgaggiano, frantumano: coltivano la pietra.
Manovrano mezzi giganteschi in un anfiteatro a gradoni scavato su misura per far sedere gli dei.
Potrebbero sentirsi invincibili, se non fosse per quel rosso che al tramonto tinge la pietra. E per il brontolìo di tuono che rimbomba quando scaricano i cristalli nelle viscere della montagna.
Nel loro lavoro gli errori si pagano.
Edmeo e Cavalletta sono entrati in cava con quattro braccia e ne sono usciti con uno: il sinistro di Cavalletta.
È pericoloso violare la scorza della terra.
Sotto c’è un pianeta remoto, una forza che li spia dai fori che aprono sulla sua superficie o dagli angoli più nascosti delle gallerie.
È un lavoro in terra di frontiera.
Non è un modo come un altro per portarsi a casa uno stipendio.
Luciano ha vent’anni soltanto.
I suoi passi affondano nel terreno molle della galleria.
Il suo sguardo cerca altri occhi, un consiglio, una guida.
Non vorrebbe essere lì, in quell’oscurità paurosa.
Altri ce l’hanno mandato.
E ora lui spera che altri lo tirino fuori.
Ma in quella poltiglia melmosa, nel frastuono dello scavo, le parole sono poche e difficili.
La pelle è più dura, la polvere copre ogni cosa.
Le emozioni sono cristalli grezzi troppo facili da frantumare.
Intanto, bisogna scavare.
E a furia di scavare, arriveranno all’inferno.

Cristiano Cavina vive a Casola Valsenio, nell’Appennino faentino. Sua madre, che l’ha cresciuto da sola, ci accompagna alla Chiesa di Sopra e ci mostra le pietre, le erbe, la luce sui pascoli di fronte. Nei bar di Casola, sulle panchine, alla Festa dei frutti dimenticati regnano le storie. I giovani le ascoltano dai vecchi e ne raccontano di nuove: belle, esagerate. Cristiano per viaggiare non deve fare molta strada. Attraversando l’Europa e l’America si è divertito parecchio, ma la sua avventura è ogni giorno, lì. Ha già pubblicato quattro romanzi, con successo crescente: Alla grande, Nel paese di Tolintesàc, Un’ultima stagione da esordienti e I frutti dimenticati. Ha vinto importanti premi letterari: Premio Tondelli, Castiglioncello, Vigevano, Francesco Serantini, Selezione Premio Strega 2009. I lettori amano la sua natura sincera e vulcanica e la critica più severa lo considera uno dei migliori scrittori italiani della nuova generazione. Lui sforna pizze buonissime nella pizzeria di famiglia e gioca con il figlio Giovanni. Questo romanzo è una storia di miniera e rende testimonianza della sua prima regola di vita: niente scorciatoie, niente compromessi.

Al termine dell’incontro, vini offerti da Tasca d’Almerita.



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