Cosa Nostra non bussa alla porta. La mafia arriva e basta. Tentacolare si insinua e vuole che i conti tornino. Chiede il pizzo, ma non puoi scegliere: lo vuole e lo pretende. Zangaloro Meat Factory, la steackhouse nata dall’esperienza della famiglia Zangoloro, questa mattina si è ritrovata l’attack nei lucchetti delle saracinesche. Il messaggio è chiaro: “qua si fa come dico io”.
Ma i titolari non ci stanno e, dopo avere comunque aperto il locale e continuato nell’attività, organizzano un aperitivo di solidarietà in accordo con il Comitato Addiopizzo, rete di cui fanno parte, e altre organizzazioni come Muovi Palermo, Scorta Civica Palermo, Comitato Ventritrà Maggio, Rete Universitaria Mediterranea, ContrariaMente e Agende Rosse. L’hashatag di riferimento è #ilpizzononattak che, attraverso un gioco di parole, sottolinea l’avversità di Zangaloro a regolare in conti con Cosa Nostra.
Nella loro pagina facebook hanno postato la foto dei lucchetti intrisi di colla affiancandola a un messaggio: «Uno dei tanti motivi per cui in questa città fare imprenditoria è impossibile è rappresentato anche da questo…». Il vile attacco, avvenuto proprio nel periodo della tipica “rata natalizia”, non ha intimorito la famiglia da sempre impegnata nel commercio di carne di qualità. «Oggi ritarderemo l’apertura – spiegano sul social network – causata da persone esterne».
Storie di mafia, storie di Palermo. «Si ostinano a dettare legge – proseguono – in un territorio dove giovani imprenditori vogliono crescere, dove giovani imprenditori non si vogliono piegare, dove giovani imprenditori vogliono cambiare. Oggi questo vile atto viene contrastato dalla nostra protesta che si unisce a quella di tanti altri imprenditori che vogliono provare a cambiare e vogliono migliorare la nostra terra». Per chi non sta solo a guardare.
FEDERICA VIRGA©
Tag: