Quando fu effettuata per la prima volta una fecondazione artificiale medica e quali furono le prime reazioni di fronte ad un intervento così rivoluzionario e secondo molti blasfemo?
Partendo da questi interrogativi, ripercorrendo le teorie embriologiche settecentesche e gli esperimenti compiuti dai naturalisti europei, questo studio ricostruisce le dinamiche scientifiche e filosofiche che portarono alla realizzazione delle prime fecondazioni artificiali sul genere umano;
in un dibattito sospeso fra mito, scienza, teologia e filosofia viene delineato il percorso culturale che ha permesso ai chirurghi settecenteschi di ideare e sviluppare un’operazione volta a sconfiggere la sterilità.
Attraverso le inseminazioni meccaniche eseguite da Lazzaro Spallanzani, gli studi di fisiologia, anatomia, ginecologia ed ostetricia, senza tralasciare i documenti d’archivio, i romanzi, gli scritti satirici e le improbabili soluzioni degli imbonitori, questa storia ci racconta per la prima volta l’iter scientifico e il dibattito sociale che tra il XVIII ed il XIX secolo spinsero audaci medici a sperimentare e a diffondere una tecnica efficace e controversa. I successi del chirurgo scozzese John Hunter e del medico francese Michel Augustin Thouret, le storie fantasiose dell’esuberante John Hill, le ardite applicazioni sulle pazienti e i primi testi divulgativi, le stravaganti proposte di Paolo Mantegazza, nonché le vertenze e i processi che ne scaturirono sono solo alcuni degli episodi che illustrano il contesto storico e la riflessione filosofica che accompagnò la diffusione di una cura che alterava il processo riproduttivo umano.
Intervengono: Paolo Mazzarello, Stefano Canestrari
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